Le catene della mente

Le catene della mente

Conosci la storia dell’elefante incatenato?

Questa storia è una delle migliori per descrivere come i nostri schemi mentali acquisiti, molte volte sono i nostri limiti.

Un giorno un bambino va al circo per passare una bella giornata. Inizia lo spettacolo e il bambino rimane affascinato da tutto ciò che vede. In particolare, rimane colpito dal numero di un elefante che mostrava tutta la sua forza.

Dopo lo spettacolo, il bambino vide che l’elefante veniva legato ad un piccolo paletto con una piccola cordicella e si accorse che l’elefante non tentava minimamente di scappare o liberarsi.

Per l’elefante sarebbe stato facile riuscire a scappare, ma non ci prova nemmeno. Quindi si chiese il perché.

Il bambino,  incuriosito da questa domanda, chiese ai suoi genitori: perché l’elefante non scappa?.

La Risposta fu: l’elefante non scappa perché è ammaestrato, ma la risposta non soddisfo il bambino che continuò a chiedere in giro.

Nessuno sapeva darle una risposta soddisfacente. Quindi il bambino tornato a casa e dopo qualche giorno, dimenticò la domanda che non aveva avuto nessuna risposta soddisfacente.

Diventato adulto il bambino, un giorno mentre fantasticava, gli torno in mente quel giorno, quella domanda e nessuna risposta, quindi volle approfondire e contatto un ammaestratore di elefanti e gli fece la domanda:

Come mai gli elefanti che sono così grossi e forti legati ad un piccolo paletto con una piccola cordicella, non ci provano minimamente a scappare?

L’ammaestratore a questa domanda rispose che l’elefante da piccolo, veniva legato e incatenato a un  piccolo paletto e che quel piccolo elefante tirava, sudava, cercare con tutte le sue forze di liberarsi da quel paletto. 

Ma nonostante gli sforzi non ce la faceva, perché quel paletto, in quel momento della sua vita, era troppo forte per lui e a fine giornata, l’elefantino era esausto.

Il giorno dopo ci riprova, ma otteneva lo stesso risultato. il giorno seguente ci riprovava e quello dopo ancora e ancora, ma il risultato ottenuto era sempre lo stesso.

Quindi, un terribile giorno, quell’elefantino decise di rassegnarsi al suo destino e accettò la sua impotenza.

L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare, porta dentro di sé il ricordo di quando era piccolo che pur impegnandosi con tutte le forze, non è mai riuscito a liberarsi. 

Adesso che potrebbe con un minimo sforzo liberarsi non ci prova, perché quel ricordo ha segnato per sempre la sua vita e ora non si accorge di essere abbastanza forte da rompere il paletto.

Molti di noi, siamo come quell’elefante. Ci alziamo e andiamo in giro nel mondo incatenati a centinaia di paletti che ci impediscono di vivere la nostra vita come vogliamo.

Molti di noi, vivono pensando di non poter fare un qualcosa solo perché da piccoli non sono riusciti a spezzare il paletto.

E allora cosa abbiamo fatto?

Abbiamo fatto proprio come l’elefante, abbiamo creato delle convinzioni nella nostra memoria del tipo: non posso. Non posso e non potrò mai.

Quindi tantissime persone vivono condizionati da un ricordo e spesso si dimenticano che l’elefante è cresciuto, è diventato forte e può spezzare quel paletto ed essere libero di realizzare la propria vita.

La storia dell’elefante racconta e in qualche modo rispecchia tutti quanti noi, nessuno escluso.

Spesso crediamo che alcune cose siano impossibili da fare perché tempo fa a scuola, in famiglia o nelle amicizie qualcuno ci ha messo una catena che non eravamo in grado di spezzare, ma oggi siamo forti e possiamo spezzarla, ma tanti di noi rinunciano a farlo come l’elefante.

La verità è che noi siamo capaci di fare tantissime cose, ma per farlo, la prima cosa da fare e di liberarci dalle catene mentali che abbiamo.